“Ora entra Chiesa e segna”, mormorava ogni tanto qualcuno per le piazze virtuali già all’inizio del secondo tempo di Italia-Austria. “Amen”, è stata la risposta del popolo, pronto ad esultare all’avverarsi della profezia. Perché stavolta la preghiera degli italiani è stata accolta e proprio l’attaccante della Juventus è riuscito nei tempi supplementari a sbloccare un match difficile e inaspettatamente faticoso contro gli austriaci, che fino al 90esimo non hanno mollato la presa sognando i quarti di finale. “Questa sera le ingerenze della Chiesa di vanno benissimo”, “Inneggiamo allo Stato laico, ma senza Chiesa in Italia non si va da nessuna parte”, ironizza qualcuno cogliendo al balzo le polemiche sempre attuali.
A fare la differenza in una squadra costretta ai supplementari sono stati proprio i cambi di Mancini e la panchina lunga: forze fresche in grado di entrare e dare in campo quanto i titolari approfittando della stanchezza degli avversari dalla ingente potenza fisica. Nel primo tempo supplementare hanno infatti effettuato quattro tiro in porta, precisamente il doppio rispetto a quanto fatto nei primi 90 minuti di gioco. La cosa certa è che si tratta di un gruppo che sa giocare a calcio, che vanta grande intesa fra tutti i 26 chiamati in causa: anche l’assist di Spinazzola da sinistra per il taglio di Federico sulla fascia mancina dell’Austria è stato infatti un autentico capolavoro. A lasciare libera la fascia all’autore della prima rete è stato Pessina – altro cambio fresco – che si è inserito centralmente costringendo Alaba a stringere e lasciare spazio allo stesso attaccante che è stato poi bravo a stoppare e ribadire in rete la palla segnando precisamente 25 anni e 12 giorni dopo il gol del padre Enrico (14 giugno vs Repubblica Ceca).
E dopo il gol dell’attaccante bianconero il raddoppio è stato proprio di Pessina: in grado di dare solidità e corsa in mediana e di farsi anche trovare pronto per andare a bersaglio. Quattro gol in 347 minuti giocati: una media strepitosa, una rete ogni 87 minuti per il centrocampista dell’Atalanta che fa gioire la Patria. “Che bella Italia, grazie Mancini”, urla emozionato il pubblico fiero dei suoi e del ct dalle giuste intuizioni.
Bene anche Insigne e Di Lorenzo, sotto i riflettori particolari dei napoletani, ma senza alcuna luce. Solo un’azione di sfogo che ha mostrato il grande stato atletico del terzino, arrivato anche sotto porta, ma poco lucido. Brillante come sempre invece Jorginho e applausi per Spinazzola. E per fortuna la gioia per il risultato ha placato le male parole verso Berardi, che non è piaciuto affatto ai tifosi.
Qualcuno ammette: “Era dal 1918 che non facevamo così tanta fatica a battere l’Austria”. Nel secondo tempo infatti qualche batticuore di troppo con due gol fortunatamente annullati dal var per fuorigioco neanche tanto evidente. “Io non so se reggo fino a fine gara”, cominciava già a lamentare qualcuno.
Apprezzato il Var dopo il lieto fine – un po’ meno l’arbitro- tanto da poter dar spazio all’ironia. Da chi può finalmente gustare due bei wurstel austriaci, a chi può proclamare a gran voce che il pallone è roba da italiani, solo palle di Mozart per consolazione: sul web questo e tanto altro . A poco è servito bucare la porta di Donnarumma, perché il doppio vantaggio porta gli azzurri a sorridere. Anche se è curioso notare che questo è stato il primo supplementare in assoluto tra Mondiali ed Europei in cui tre subentrati hanno trovato il gol. E dopo i corsi e ricorsi storici l’Italia esce vincitrice su un campo di calcio, quello di Wembley, che apre la strada al prossimo traguardo europeo.
Intanto la nazionale ha stabilito il suo nuovo record di successi consecutivi: 12, superando gli 11 stabiliti sempre con Roberto Mancini in panchina, nel 2019. Ma anche il nuovo record di partite consecutive senza sconfitte, considerando tutte le competizioni: 31; superate le 30 sotto la gestione di Vittorio Pozzo, tra il 1935 e il 1939.
Da non sottovalutare la tenuta della difesa: nonostante sia arrivato il gol dell’Austria, è bene ricordare che sono passati 1168 minuti di gioco dall’ultimo gol subito (ottobre 2020 contro l’Olanda). Sfiorato il record di 12 gare del 1974, dove tuttavia gli azzurri si fermarono a 1143 minuti senza subire reti.
Il passato ci racconta che l’Italia ha raggiunto i quarti di finale in tutte le ultime quattro partecipazioni agli Europei, ma quest’anno gli italiani sperano particolarmente nel futuro: “C’è una bella energia in questo gruppo, possiamo arrivare in finale”, sogna qualcuno. La prossima avversaria sarà il Belgio di Mertens e Lukaku, fresco campione d’Italia, con un gruppo solido alle spalle. “Era più facile battere Ronaldo e i suoi”, era pronto a dire qualcuno. Ma quest’anno una cosa è certa: con gli azzurri si sogna in grande.