Il parco di Villa Borghese ospita un progetto espositivo che esplora il tema del rapporto uomo – natura, la seconda edizione di Back to Nature 2021
C’è un posto nel cuore di Roma dove si respira a pieni polmoni, c’è un posto nel cuore di Roma dove ti dimentichi di essere a Roma. Nelle giornate di sole puoi incontrare qualche mimo o qualche vecchio cantore di strada. Se sei fortunato senti il profumo delle magnolie e il canto delle cicale nei giorni più caldi d’estate. Questo posto si chiama Villa Borghese, un nome altolocato e raffinato, un po’ ruffiano e saccente, ma per i romani è solo il cuore della città. Questo parco, grande e verde, ospita al suo interno diversi musei ed è quindi avvezzo a un certo rapporto con l’arte, ma chi si trova a passeggiare per i suoi viali scoprirà che in questi giorni l’arte l’ha invaso. L’arte ha rotto i muri di ogni galleria, di ogni museo e si è tuffata prepotente sopra ogni suo albero, trasformandola da villa borghese a villa pop.
L’arte che parla alla natura
Villa Borghese sta infatti ospitando in questi giorni (12 maggio – 25 luglio) la mostra Back to Nature, alla sua seconda edizione, promossa e sponsorizzata da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Le installazioni di arte moderna e la natura messa a disposizione dal parco romano si intrecciano indissolubilmente nel tentativo di proporre future possibili soluzioni di convivenza. Back to nature ci propone un nuovo modo di guardare l’arte. Passeggiando nel parco assistiamo, infatti, a un dialogo. Le installazioni parlano con gli elementi naturali, con l’ambiente circostante e persino con gli spettatori, che non necessariamente si trovano lì per visitare la mostra. Nel Parco dei Daini e nell’area di Piazza di Siena c’è chi corre, chi passeggia con i bimbi e chi si fuma una sigaretta, eppure tutti sono coinvolti in un’inconsapevole interazione con le installazioni.
Tanti artisti, un solo tema
Gli artisti intervenuti ad animare il parco sono molteplici: Loris Cecchini, Giuseppe Gallo, Marzia Migliora, Michelangelo Pistoletto e il collettivo Accademia di Aracne, questi sono alcuni dei nomi dei partecipanti.
Ognuno di loro ha avuto modo di esprimersi con la propria opera in un dialogo armonioso con la natura. C’è chi invita il pubblico a esibirsi, lasciando a disposizione un palco (Marinella Senatore), chi abbraccia e moltiplica i rami degli alberi (Loris Cecchini) e chi apre lo spazio al possibile attraverso una finestra aperta verso il cielo (Leandro Erlich). Grazie alla collaborazione con le detenute del carcere femminile di Rebibbia, Marzia Migliora ha saputo realizzare un’opera che indaga i temi della libertà e del volo. Interessante e visivamente d’impatto il lavoro creato dal collettivo Accademia di Aracne: alcuni alberi del parco sono stati ricoperti dai colorati uncinetti messi a punto dalle talentuose artiste dell’Accademia.
Senza natura non c’è futuro
La mostra, oltre ad allietare lo sguardo dei passanti, induce a una riflessione su un’impellente necessità: la nostra convivenza e reintegrazione con la natura. L’attuale situazione climatica e lo sfruttamento delle risorse stanno portando a un deperimento continuo ed eccessivo della biodiversità. Ripensare a un nuovo e più rispettoso rapporto con la natura è diventato oggi un tema caldo, un’urgenza da affrontare in modo prioritario.
Attraverso i temi della libertà, della speranza e dell’emersione, Back to nature mette in evidenza quanto c’è di armonioso nella collaborazione tra uomo e natura: quando tutto è integrato, nella bellezza della cooperazione si può trovare la speranza di un futuro migliore e possibile.