“Napoli è un paradiso abitato da diavoli..”, così diceva qualcuno, forse Goethe o forse Benedetto Croce. Non sappiamo ancora di preciso chi lo abbia detto, ma sicuramente colui che l’ha detto, deve avere conosciuto e amato davvero questa città.
Chi conosce Via Foria, la strada più borbonica di Napoli, ben conosce lo stridore dei veicoli che la percorrono a tutte le ore del giorno. Quando si giunge all’altezza del Real Orto Botanico, sulla sinistra, si scorge una ripida salita, incorniciata dalla barocca chiesa di “S. Maria degli Angeli alle Croci” fondata nel 1581 e dalla torre merlata del Palasciano.
Questa salita che prende il nome di Via Michele Tenore, un tempo era percorsa quotidianamente, all’ora del vespro, dai Frati francescani osservanti per pregare. La fatica della salita caratterizzata dalla pendenza, era interpretata dai Frati come una sorta di espiazione dai propri peccati. Lungo il ciglio della strada vi erano affisse delle croci, da cui il nome della chiesa.
Dall’Inferno… si giunge quindi al Purgatorio.
Alla destra della summenzionata chiesa, a circa 50 metri si nasconde uno strettissimo vicoletto che passa quasi inosservato: Vico del Paradisiello.
Se la porta del Paradiso è stretta quanto la cruna di un ago, non è certamente da meno questo vicoletto, tanto da non poter permettere neanche l’accesso di uno scooter!
Scorgiamo subito delle scale… basse, in tutto 150. Decidiamo di salire e di addentrarci in questo luogo sconosciuto ai più.
Gattini socievoli che sembrano ben accogliere i visitatori con non troppa diffidenza, non mancano. Continuiamo a salire e, in un angolo troviamo una antica fontana “a contrappeso” oramai in disuso. Così ci rendiamo sempre più conto che ha inizio un curioso viaggio nel passato di Napoli.
Sulla sinistra invece, l’ingresso di quella che un tempo era una nobiliare villa settecentesca, con tanto di stemma del casato affrescato sotto la volta. È ritratta una torre, da cui Villa Torre, appunto.
Cosa ci fa una villa nobiliare settecentesca qui? I nobili che nel lontano ‘700 risiedevano nel centro urbano di Napoli, al frastuono di carrozze, calessi e all’arsura della stagione estiva, ben pensavano di trasferirsi in luoghi collinari ameni per poter respirare aria salubre e fresca.
E così… tra la Sanità, la collina di Materdei, di S. Potito e di Caponapoli… sceglievano anche il “Paravisiello” per trascorrervi la “villeggiatura”.
Una lussureggiante vegetazione, limoneti e scorci panoramici caratterizzavano e caratterizzano ancora oggi questo luogo.
Questa summenzionata villa oggi è un piccolo condominio, silenzioso, dal cui atrio si accede ad un delizioso giardino.
Saliamo ancora e ci troviamo ad un bivio, una piccola cappella fondata dall’Arciconfraternita… per consentire agli abitanti del luogo di poter portare un fiore alla madonnina . Sulla sinistra, ci si può inerpicare lungo una stradina tipicamente agreste. Da questa angolazione, si può scorgere la parte retrostante della cupola e dell’antico campanile della Chiesa di S. Maria degli Angeli alle Croci. Oltre il muro di cinta, un lussureggiante limoneto. Lungo la parete di questo muro, qualche Streetartist, colto dall’ispirazione, ha ritratto un simpatico e coloratissimo omino dormiente. E già… qui la quiete la fa da padrona!
Gradini in pietra irregolare accedono ad abitazioni private e che di urbano non sembrano avere nulla, piuttosto, sembrano avere l’aspetto di tipiche case agresti.
Qui, l’unico suono che si sente è il fruscio degli alberi accompagnato dal cinguettio di uccelli, il tutto scandito dal rintocco delle campane della chiesa. Su a quei gradini in pietra, si può scorgere il panorama nella sua interezza.
Riscendendo, ancora ville, villini e giardini nascosti costeggiano la stradina.
In cima alla strada in salita, pare non ci sia più nulla, ma… ecco che sbuca un’altra antica villa con un tratto di una antica pavimentazione a scacchiera in marmo e piperno, testimonianza di una antica corte con patio e giardino.
Tornando indietro, prima di riscendere, sulla nostra sinistra ci accorgiamo di un vecchio arco con evidenti segni dell’usura del tempo.
Oltre l’arco la natura con le sue “ribelli” sterpaglie interrompe questa passeggiata, è il punto più alto da raggiungere a piedi del Paradisiello.
Li dove il tempo sembra essersi fermato si gode un panorama mozzafiato, una preziosa testimonianza dell’amenità che portò alla costruzione di ville e palazzi nobiliari, in una delle più belle colline partenopee, un tempo detta “fuori Porta San Gennaro“. Una posizione certamente privilegiata che fece da sfondo ai momenti di relax del passato così come alle belle passeggiate di oggi che riescono a farci sentire più isolati dal centro, stando a pochi passi da esso. Come andare in campagna ma stando in città, un percorso che equivale a un tesoro da custodire e da preservare.
E’ PREVISTA UNA VISITA GUIDATA A NUMERO CHIUSO QUESTO SABATO 29 MAGGIO ORE 10,30
APPROFITTANE!
Ritrovo dei partecipanti in Via Foria angolo con Via Michele Tenore (di fonte il ristorante “A Figlia d’o Marenaro”) – ECCO LA MAPPA DI GOOGLE:
Prenotazione obbligatoria, POSTI LIMITATI e norme anticovid!
Prenota chiamando o su WhatsApp – sms al +39 3460784370 / 3476355343 –
oppure inviando una mail a: associazione@gettalarete.it (lasciare nome, cognome, recapito e mail di ogni partecipante)
Tempi di percorrenza: 2,00 ore circa
Adatto ai bambini
Qui i link dell’evento facebook:
Saliamo al “Paradisiello” – La Napoli verticale insolita
Salita al “Paradisiello”, alla scoperta di una collina amena di Napoli