Tre livelli per entrare nel mistero
Accostarsi a un testo biblico tenendo presenti i suoi livelli di lettura significa incontrare felicemente il suo intento comunicativo.
In questo senso, il livello storico, quello teologico e quello spirituale devono essere presi in considerazione, per non scadere in banalizzazioni o letteralizzazioni di quanto viene raccontato.
Questo vale in modo particolare per eventi del tutto speciali come quello che la liturgia di oggi ci accompagna a contemplare: l’ascensione di Gesù al cielo.
Cogliere il livello storico
Il livello storico ci porta a una rapida indagine sul tipo di linguaggio adottato: ascendere al cielo significa entrare nella vita di Dio in modo pieno, giacché “cielo” è un modo rispettoso per parlare di Dio senza nominarlo. Paolo di Tarso nelle sue lettere userà il linguaggio dell’ascensione di Gesù per parlare della sua risurrezione.
Intendeva dunque chiarire che Gesù era stato accolto pienamente nella vita divina, non tanto riportare un evento che doveva essere accaduto esattamente in quei termini. I criteri della critica storica ci scoraggiano inoltre nel ritenere effettivamente avvenuto un volo materiale di Gesù risorto fino alle nubi.
Entrare nel livello teologico
Ed eccoci quindi al livello teologico. Una volta assodato che chi scrisse non aveva intenzione di fare la cronaca degli eventi, possiamo chiederci cosa volesse comunicare con il proprio linguaggio simbolico e figurato.
In parte lo abbiamo già accennato: la comunità delle origini voleva chiarire con assoluta certezza che Gesù non era rimasto prigioniero della morte. Era invece stato accolto nella vita senza fine di Dio: era il Vivente.
A questo livello teologico, è suggestivo considerare come il racconto di Luca chiuda il racconto dell’assunzione al cielo di Gesù:
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. (Lc 24,50-51)
L’ultimo gesto di Gesù che la comunità vuole ricordare è la benedizione. Quando la comunità ripensò al momento nel quale Gesù morì e fu scoperto come il Vivente, volle ricordare Gesù come l’uomo benedicente.
Il livello spirituale
A questo punto eccoci al livello spirituale. Cosa rappresenta per noi quell’evento? Ci riporta il volto di Gesù come l’uomo nel quale la benedizione di Dio si è mostrata e si è diffusa.
Accogliere Gesù nella nostra vita, significa accogliere il volto di un Dio che ci benedice, ha stima nelle nostre capacità e nelle nostre risorse. Ci guarda con amore e tenerezza e fa il tifo per la nostra vita.
L’ascensione di Gesù è allora un momento di gioia intensa: Dio si fida di noi, sa che la missione benedicente di Gesù è ora nelle nostre mani. Possiamo anche noi essere donne e uomini benedicenti.