Salire su un palco è sempre stato il sogno di Francesco Iervolino. Sì, Francesco: Gianfranco è il nome usato dalla madre fin da bambino, un modo per distinguerlo dai tanti “Ciccio” in famiglia, cugini e adulti. Istinto materno o forse un presagio visto che proprio con il nome d’arte “Gianfranco” è diventato uno dei pizzaioli più amati d’Italia dopo l’approdo negli studi RAI dove, nel corso del programma “Detto Fatto”, sforna le sue pizze e si esibisce come cantante in duetto con la conduttrice Bianca Guaccero.
Iervolino è uno di quei pennelli della provincia di Napoli grondanti di suoni, sapori e tradizioni che nella varietà delle tavolozze su cui mescola i suoi colori, conserva la propria riconoscibilità e autenticità. Francesco nasce il 13 maggio del 1974 a Torre Annunziata, la città distesa tra mare e Vesuvio che nella prima metà del 1900 è riferimento assoluto dell’arte bianca. La pasta oplontina, asciugata per strada grazie a quell’alchimia di sole, di mulinelli di aria, uniti alla maestria degli artigiani e al vicino porto che favorì il commercio e la diffusione, diventa infatti famosa in tutto il mondo.
La colonna sonora dell’infanzia di Francesco è la canzone classica napoletana: sul giradischi di papà Fiore – cantante sopraffino – la puntina solca i vinili di Sergio Bruni. A tredici anni inizia la formazione professionale all’Istituto Alberghiero di Vico Equense dove, nel 1990, consegue il diploma di tecnico delle attività di settore. Tra i suoi insegnanti anche Barbaro e Andrea Cannavacciuolo, padre del noto chef Antonino.
Nel 1992 la prima grande magia del tempo che cuce le trame: il padre di Francesco, in compagnia dell’avvocato Giuseppe Annunziata, lo porta dal grande maestro Sergio Bruni a studiare canto. Negli anni successivi incide due album. Il sogno del palcoscenico, però, non lo distrae dal lavoro. Dopo diversi stage in strutture 4 stelle sulla costiera amalfitana, e in seguito al servizio di leva, si trasferisce in Gran Bretagna, precisamente a Bolton, dove inizia la sua scalata. Nel primo step di carriera svolge il ruolo di “commis di sala”, poi è “chef de rang” ed infine, dopo 14 mesi di attività diventa “assistant manager” nel rinomato locale “Don Corleone“. E’ anche barman con tanto di tesserino AIBES in tasca.
Nel 1997 accetta la direzione di un locale a Pompei e così rientra in Italia: è il primo contatto con il mondo della pizza. L’inizio, però, è subito in salita: per una serie di vicissitudini si ritrova dietro al bancone. Le primissime pizze che sforna sono quadrate e le regala ai clienti. Con notevole ostinazione si mette studiare notte e giorno: storia, tradizione, tecniche, processi enzimatici… E i risultati sono immediati.
Detto Fatto – La Pizza Maruzzella di Gianfranco Iervolino
Oggi è una giornata importantissima: non solo è la Giornata mondiale della pizza, ma anche dei pizzaioli! 🍕 Pensate che solo in Italia vengono sfornate 8 milioni di pizze e tra queste oggi c’è quella di Gianfranco Iervolino: la Maruzzella, un omaggio straordinario a Renato Carosone!😋🤩 #dettofattorai
Pubblicato da Detto Fatto su Venerdì 17 gennaio 2020
Nel 2000 la sua fama inizia a diffondersi: oltre a recensioni di riviste enogastronomiche che lo inseriscono nelle loro guide, arrivano le prime allettanti proposte. In questo lasso di tempo appare per le prime volte in tv su canali nazionali e locali. Successivamente si iscrive all’Api, Associazione Pizzerie Italiane, e nei campionati di pizza si classifica sempre nei primi 10. In quegli anni si confronta con Chef di pregio come Michele De Leo, Vincenzo Guarino, Vincenzo Cioffi, Antonio Tecchia e tanti altri. Inizia così a coniugare pizza e cucina sperimentando tecniche di cottura gourmet.
Di lui si accorgono giornalisti del calibro di Sganga, Pignataro, Massobrio, Marchi e Cozzella. Incontri di pregio che proiettano Iervolino ed il suo lavoro su giornali nazionali. In quegli anni partecipa al Pizza Up e vince il primo premio nella categoria “divulgazione della pizza gourmet“. Contemporaneamente arriva il “premio Golosario” a Milano per la miglior pizza napoletana con prodotti Dop eccellenti. I riconoscimenti si susseguono: Davide Paolini, giornalista di Radio 1 e del Sole 24ore si interessa a lui e la scuola ‘dolce e salato’ lo chiama per affidargli il ruolo di docente di pizza Gourmet. Ormai, per tutti, non solo per i familiari, è Gianfranco.
Nel 2014/2015 e 2015/2016 è “Premio Tre Spicchi Gambero Rosso” e “Pizzaiolo dell’anno Award food 2015”. Diventa docente all’Università degli Studi di scienze gastronomiche di Pollenzo, alla Scuola “Dolce&Salato” di Maddaloni e al “Gambero Rosso di Nola”.
A febbraio del 2018 apre “450° di Gianfranco Iervolino”, a Pomigliano D’Arco, in via Giotto 2. Una boutique della pizza in cui si fa massima attenzione a topping ed impasti che variano dalle 24 a 36 ore di maturazione lavorando con prodotti a km 0 che lo stesso Iervolino sceglie direttamente dai vari coltivatori.
Il tempo scorre, ma lui non ha dimenticato il suo vecchio sogno. Una sera entra il maestro Beppe Vessicchio, volto noto del festival di Sanremo e non solo. Gianfranco prende la sua chitarra – compagna fedele in ogni locale in cui ha lavorato – e si avvicina al suo tavolo. Incassato l’apprezzamento del noto musicista per la sua pizza, gli chiede: “Posso avere l’onore di dedicarle un brano?”.
La terza magia: Vessicchio, sorpreso dai colori popolari della sua voce, lo coinvolge nel suo tour italiano in cui intreccia sapori e musica. Gianfranco canta e prepara pizze: un successo! In giro per la penisola conosce anche big della musica come Francesco De Gregori.
Iervolino non canta per vivere, ma vive per cantare, per emozionarsi e per emozionare. Il suo progetto professionale è un impasto fatto di enogastronomia e di brani napoletani dal ‘600 al ‘900: il disco della sua pizza è come tela a disposizione dei sensi.
Il sogno del piccolo Francesco di salire sul palco si è avverato, non solo per cantare, ma per fondere in un solo afflato realismo e fantasia, la sua terra e le origini. E tra una pizza e l’altra, tra una consulenza e una performance in teatro, viene fuori tutto il talento di chi non si è fermato un attimo per superare se stesso. Famiglia (una moglie e due figli), lavoro, musica e studio: Gianfranco si fa in quattro come una pizza per regalare e regalarsi attimi di felicità. La pandemia ha inferto duri colpi a tutti, ma verrà il momento di ripartire.
Iervolino non si è perso d’animo: ha approfittato della pausa forzata che lui definisce “maturazione dei nuovi tempi dell’umanità” per approfondire, per fare altri esperimenti al servizio di ogni tipo di palato. Perché la passione – quella no – non si può fermare.