… un lenzuolo volato via
nel cielo terso del tuo inverno
in un tramonto che spira
l’ultimo colore dell’orizzonte
—
… volato via per scherzo
in un marameo irriverente
—
eppure piacevole emozione
come soufflé immaginato
di lamponi in dulcis memoria di quiete. 2022
O mio Dio, le rose che tu hai guardato,
non appassiscono mai
Yunus Emré
Rose rouge de décembre
Dans la neige de l’hiver
rose rouge de décembre
comme si ce froid
ne te touchait pas
et les flocons blancs sur tes pétales
étaient caresse de tendresse
—
Tu fleuris, belle aujourd’hui,
plus décidée et naturelle
dans un éclat vrai, inusuel,
force de la vie
—
Ainsi le secours d’Amour
à l’éducation de mon cœur
qui, même si éprouvé,
s’exprime et encore chante
à un ciel d’étoiles.
—
Rosa rossa di dicembre
Nella neve dell’inverno / rosa rossa di dicembre / come se questo freddo / non ti toccasse / e i bianchi fiocchi sui tuoi petali / fossero carezza di tenerezza. // Fiorisci, oggi più bella / decisa e naturale / in uno splendore vero, inusuale / forza della vita. // Così l’aiuto di Amore / all’educazione del mio cuore / che, anche se provato / si esprime e ancora canta / a un cielo stellato.
Desidero abbracciarti
per abbracciare me con te
stringerti al petto
anche se in difetto
perché proteggo ancora
dal mio dolore
il cuore
—
Desidero abbracciarti
adesso, per incontrarti
dirti con slancio
il mio affetto
darti il mio calore
nonostante non senta ancora
i battiti ritmati del mio cuore
—
E desidero offrire me
con occhi lucenti, sorridenti
in questo abbraccio a te
per magnificare insieme
—
il momento di reciproca libera vita
che respira, si apre felice
all’abbraccio pieno, totale dell’umano vero e universale.
Donne in cammino[1]
Nel deserto di dune sabbiose
un Soffio
trasforma volti sconosciuti
scompiglia capelli
muove lunghe vesti:
sono donne in cammino
dritte, con il loro coraggio
che risolleva chi ancora cade.
Spose, madri, figlie, sorelle
consapevoli di una maledizione
ma pur sempre fiduciose
nel loro destino da tracciare.
Tutte avanzano
e ognuna sa
che la sofferenza attraversata
lascerà anche più forza
per pienezza di vita
a fatica conquistata
con la propria umanità
feconda
del semplice amore
dell’essere donna
[1] Poesia suscitata dalla serie di dipinti “in cammino” di Isa Stella e dalla lettura di “La Masseria delle Allodole” di Antonia Arslan
Je peux trouver ma place
mon espace de vie
dans ce monde
souvent si dramatique
—
la mesure de ma personne
dans l’être infini
qui demeure en moi
—
où, en continuum de discrétion
un élan m’appelle à la vie
m’appelle à la joie
—
dans mon mystère, créature
bienveillante de gratitudede paix en une tendresse.
Posso trovare il mio posto
il mio spazio di vita
in questo mondo
spesso così drammatico
—
la misura della mia persona
nell’essere infinito
che in me dimora
—
dove, in continuum di discrezione
uno slancio chiama alla vita
chiama alla gioia
—
nel mio mistero, creatura
amorevole di gratitudine
di pace in una tenerezza.
31/12/ 2021 – 3/01/2022
Dedico a Anne Frank (Francoforte sul Meno, Germania, 12 giugno 1929 – Campo di concentramento di Bergen-Belsen, Germania, febbraio 1945) questa mia poesia scritta in due tempi diversi e per questo letta a due voci. Il primo tempo descrive una sosta a Basilea, in Svizzera, durante il mio viaggio in Francia, dell’estate scorsa. A Basilea c’è la Fondazione Anne Frank e lì ha vissuto la nonna paterna che Anne, piccolina, andava a trovare. Il secondo tempo della poesia è più recente, una sensazione vissuta e provata il 1° gennaio del 2020, al santuario di Piove di Sacco. E due immagini di candore, che, per me, parlano di Anne, uniscono la poesia nella luce di una giovane ragazza sorridente che anche lei è stata. Non è per evitare di fare memoria della sofferenza subita e della sua morte in un campo di concentramento, ma per cercare di capire secondo le parole di A. G. Hamman che “il disegno di Dio è unico malgrado le vicissitudini della storia, esso raggiunge infallibilmente, ma non senza drammi, lo scopo che gli è stato fissato, grazie alla mediazione del Cristo, dove l’Alfa e l’Omega si riuniscono e rendono già presente alla storia il compimento del tempo e la trasfigurazione universale.”
Basel, cantone tedesco, 18 agosto
Verso le 18.00
piazza Meret Oppenheim
“fiore di jasmin” lentamente si apre
nell’acqua della grande tazza chiara
rilascia fragranza delicata
tenue, colora la bevanda…
—-
Attesa di pausa, all’aperto
tavolino, sedie arancione
accanto
pianta fiorita bianca….
—-
1° gennaio, poco dopo le 18.00
ascolto in Santuario
Madonna delle Grazie
coro di voci bianche
cantare l’Alleluia di Haendel…
—-
e nel pensiero mi ritorna
come luce
quella pianta fiorita bianca…
…tu, Anne, che canti
la tua vivacità, intelligenza curiosa
di ragazzina, forse dalla nonna, a Basel…
—-
…Dallo scontrino, mi ha servito Isabella
e il cameriere mi indica l’ora di chiusura…
C’è tempo per la partenza…
—-
La notte di questo nuovo anno
ora in me, interroga, piano
il divenire umano e quello della Storia …
Ora vorrei dipanare nel mio scrivere
preghiera
pensando all’icona
osservata questa mattina
su nel cielo
—-
Vi era nebbia tutt’intorno
a nascondere il paesaggio
ma il sole delle dieci
splendeva qui
sorprendentemente
grande luna opalescente
grande ostia luminosa
nitidamente, perfettamente
ritagliata nel cielo
—-
Corpo celeste, elevazione
pane d’Amore
trasfigurazione di una realtà
—-
Il mio sguardo si attarda, contempla
l’icona si vela, scompare …
forse la preghiera
sgorgherà più avanti … sz
Splendida Provvidenza
del desiderio accolto
nella sorpresa bella
sei meraviglia grande
—-
e cuore accorto coglie
beatitudine di gioia
presenza felice
di naturale risposta
—-
e in palpiti sereni
di dolce gratitudine
nuovamente comprendo
gratuitamente l’essere
profondamente, sì
amata.
sz 2021